Le polveri sottili, ovvero il particolato atmosferico, sono indubbiamente la maggior forma di inquinamento di questo secolo. Si tratta di tutto l’insieme di particelle solide e liquide provenienti da sostante organiche e inorganiche sospese nell’aria, considerata a oggi la maggior fonte inquinante nelle aree urbane. La fonte di produzione primaria di particolato è indubbiamente legata alle automobili, alle industrie, ai riscaldamenti e a tutti quegli inquinanti dispersi in atmosfera dalle attività umane. Esiste poi una fonte secondaria ovvero causata da reazioni chimiche tra gli inquinanti stessi e che portano alla formazione di altre polveri sottili.
Infine vi sono anche fonti naturali di particolato, quali per esempio le polveri rilasciate durante le eruzioni vulcaniche, per effetto dell’erosione delle rocce, incendi boschivi, resti di insetti, spore, pollini di piante e spray marino.
Se per quanto riguarda le fonti naturali e quelle secondarie non è possibile intervenire in maniera tale da ridurne l’incidenza, per quelle primarie si possono mettere in atto piani preventivi volti per l’appunto alla riduzione della dispersione in atmosfera di polveri sottili. Traffico, riscaldamento e industria infatti, oltre a essere monitorati, possono mettere in atto pratiche utili a ridurre le emissioni e contribuire attivamente al miglioramento della qualità dell’aria.
Polveri sottili e sorgenti industriali
Quando si parla di fonti di polveri sottili connesse a produzioni industriali, è bene specificare che non ogni azienda contribuisce in egual misura all’incremento del particolato atmosferico. Bensì esistono attività che per via dei processi produttivi impiegati e delle materie prime lavorate vanno a immettere nell’aria un quantitativo maggiore di polveri rispetto ad altre per le quali potrebbe essere pressoché nullo o paragonabile a quello domestico.
Per quanto concerne le sorgenti industriali è possibile evidenziare, in ordine decrescente ovvero dal più inquinante al meno inquinante, i settori produttivi che maggiormente producono polveri sottili:
- Impianti di combustione industriale
- Produzione di vernici e solventi
- Società che si occupano di pulitura e lucidatura a secco
- Aziende che lavorano materiali ferrosi e acciaio
- Lavorazione di materiali plastici
- Industrie impegnate nella lavorazione del legno e della carta
- Aziende del settore food & beverage
- Società impegnate in ambito chimico e farmaceutico
- Lavorazione di metalli non ferrosi.
Ovviamente ogni realtà andrà a produrre specifici inquinanti, suddivisi tra solfati, nitrati, ioni di ammonio, cloruro di sodio, particelle carboniose e polvere minerale, che potrebbero legarsi e dare origine a polveri sottili derivanti da fonti secondarie.
Per questa ragione, chiunque, all’interno dei propri processi produttivi, dovrebbe valutare il quantitativo di emissioni e andare, di conseguenza, a studiare soluzioni idonee al loro abbattimento, migliorando le condizioni lavorative ma anche per tutelare l’ambiente e la salute delle future generazioni.