I composti organici volatili, conosciuti con le sigle COV o VOC (dall’inglese Volatile Organic Compounds), identificano sostanze le cui molecole contengono gruppi funzionali diversi. Di conseguenza possono presentare comportamenti fisici e chimici differenti, ma sono accomunati da un’elevata volatilità.
Tra i COV rientrano, ad esempio, solventi organici come diluenti e vernici, il benzene, ma anche idrocarburi liquidi contenenti cloro, fluoro, zolfo e azoto.
La legislazione italiana definisce composti organici volatili tutte le sostanze che, alla temperatura di 293,15 K (20 °C), presentano una pressione di vapore pari o superiore a 0,01 kPa.
I composti organici volatili possono essere suddivisi in tre categorie principali in relazione alla loro provenienza:
Composti antropogenici, cioè originati da attività umane, spesso derivanti dal petrolio o dai processi di combustione. Tra i più comuni: benzene, toluene, metano, etanolo e tetracloruro di carbonio.
Composti biogenici, di origine naturale, come ad esempio i terpeni contenuti negli oli essenziali vegetali.
Composti antropogenici e biogenici, come l’isoprene, che possono avere origine sia naturale che artificiale.
I COV rappresentano un pericolo per la salute, con conseguenze che possono manifestarsi sia nel breve che nel lungo periodo.
Nel breve termine possono causare mal di testa, nausea, irritazioni alla pelle, agli occhi e alle vie respiratorie.
Nel lungo termine, invece, sono associati a rischi più gravi, come lo sviluppo di tumori e danni permanenti al sistema nervoso.
Per questo motivo il loro impiego deve essere limitato a aree dedicate, attrezzate con sistemi di aspirazione e captazione dei vapori, così da ridurre l’esposizione e garantire maggiore sicurezza.
Il D.Lgs. 152/2006, in particolare l’articolo 275 e l’Allegato III della Parte Quinta, stabilisce:
i limiti di emissione per specifiche attività;
le modalità di monitoraggio e controllo;
i criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati;
le metodologie per la redazione del piano di gestione dei solventi, quando previsto.
Il D.Lgs. 161/2006, che recepisce la Direttiva 2004/42/CE, ha introdotto ulteriori disposizioni riguardanti vernici, pitture e prodotti per carrozzeria. In particolare, stabilisce limiti al contenuto di COV, obblighi di etichettatura e i metodi di analisi da utilizzare per la loro rilevazione.
Infine, la Direttiva 2010/75/UE prevede norme per la prevenzione e la riduzione integrata dell’inquinamento proveniente da attività industriali. L’obiettivo è ridurre le emissioni in aria, acqua e suolo, limitare la produzione di rifiuti e garantire un livello elevato di protezione dell’ambiente nel suo complesso.
Ogni azienda che utilizza composti organici volatili nei propri processi produttivi è pertanto obbligata a gestirli tramite sistemi di verifica e aspirazione, nel pieno rispetto delle normative vigenti, per tutelare sia l’ambiente che la salute dei lavoratori.