Blog e news sulla filtrazione e depurazione industriale dell'aria Composti organici volatili: normative e limiti.

 

Cosa sono i COV e cosa stabilisce la normativa in merito? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sull’argomento e fornire le informazioni fondamentali per conoscere meglio i composti organici volatili.

 

I composti organici volatili, conosciuti con le sigle COV o VOC (dall’inglese Volatile Organic Compounds), identificano sostanze le cui molecole contengono gruppi funzionali diversi. Di conseguenza possono presentare comportamenti fisici e chimici differenti, ma sono accomunati da un’elevata volatilità.

Tra i COV rientrano, ad esempio, solventi organici come diluenti e vernici, il benzene, ma anche idrocarburi liquidi contenenti cloro, fluoro, zolfo e azoto.

La legislazione italiana definisce composti organici volatili tutte le sostanze che, alla temperatura di 293,15 K (20 °C), presentano una pressione di vapore pari o superiore a 0,01 kPa.

Le tre categorie di COV

I composti organici volatili possono essere suddivisi in tre categorie principali in relazione alla loro provenienza:

  • Composti antropogenici, cioè originati da attività umane, spesso derivanti dal petrolio o dai processi di combustione. Tra i più comuni: benzene, toluene, metano, etanolo e tetracloruro di carbonio.

  • Composti biogenici, di origine naturale, come ad esempio i terpeni contenuti negli oli essenziali vegetali.

  • Composti antropogenici e biogenici, come l’isoprene, che possono avere origine sia naturale che artificiale.

I COV rappresentano un pericolo per la salute, con conseguenze che possono manifestarsi sia nel breve che nel lungo periodo.

  • Nel breve termine possono causare mal di testa, nausea, irritazioni alla pelle, agli occhi e alle vie respiratorie.

  • Nel lungo termine, invece, sono associati a rischi più gravi, come lo sviluppo di tumori e danni permanenti al sistema nervoso.

Per questo motivo il loro impiego deve essere limitato a aree dedicate, attrezzate con sistemi di aspirazione e captazione dei vapori, così da ridurre l’esposizione e garantire maggiore sicurezza.

Cosa stabilisce la legge in materia di composti organici volatili?

Il D.Lgs. 152/2006, in particolare l’articolo 275 e l’Allegato III della Parte Quinta, stabilisce:

  • i limiti di emissione per specifiche attività;

  • le modalità di monitoraggio e controllo;

  • i criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati;

  • le metodologie per la redazione del piano di gestione dei solventi, quando previsto.

Il D.Lgs. 161/2006, che recepisce la Direttiva 2004/42/CE, ha introdotto ulteriori disposizioni riguardanti vernici, pitture e prodotti per carrozzeria. In particolare, stabilisce limiti al contenuto di COV, obblighi di etichettatura e i metodi di analisi da utilizzare per la loro rilevazione.

Infine, la Direttiva 2010/75/UE prevede norme per la prevenzione e la riduzione integrata dell’inquinamento proveniente da attività industriali. L’obiettivo è ridurre le emissioni in aria, acqua e suolo, limitare la produzione di rifiuti e garantire un livello elevato di protezione dell’ambiente nel suo complesso.

 

Ogni azienda che utilizza composti organici volatili nei propri processi produttivi è pertanto obbligata a gestirli tramite sistemi di verifica e aspirazione, nel pieno rispetto delle normative vigenti, per tutelare sia l’ambiente che la salute dei lavoratori.

Scarica le normative

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