Cosa intendiamo per polveri esplosive? Potenzialmente tutte le polveri combustibili derivanti da materiali metallici ossidabili (alluminio, ferro, zinco, magnesio), sostanze organiche naturali (grano e cereali, legno, zucchero) o sintetiche (plastica, pesticidi, pigmenti organici), ma anche torba e carbone. Queste sono infatti soggette a potenziale esplosione che può essere di differente entità in funzione delle caratteristiche chimico-fisiche della polvere stessa, nonché dalle peculiarità dell’ambiente nel quale avviene la deflagrazione.
Le polveri esplosive vengono classificate in base a una serie di parametri, ovvero:
Perché si verifichi la deflagrazione delle polveri esplosive devono essere presenti contemporaneamente alcune condizioni specifiche. Questi cinque fattori, noti come pentagono dell’esplosione, sono:
La presenza di questi elementi permette di classificare aziende e settori a rischio di deflagrazione, identificando i cosiddetti ambienti ATEX. Tra i principali comparti considerati a rischio rientrano:
La gestione del rischio da polveri esplosive non è solo una buona prassi di sicurezza, ma anche un obbligo normativo. Le Direttive ATEX 2014/34/UE e 99/92/CE definiscono infatti i criteri per la protezione degli impianti e dei lavoratori, stabilendo regole precise per la classificazione delle aree e l’adozione di sistemi di protezione adeguati.
In queste attività è fondamentale individuare le aree aziendali esposte al rischio e classificarle come zone ATEX, tema che approfondiremo nel prossimo articolo.
Vuoi saperne di più? Scarica l’infografica dedicata: “Le principali polveri esplosive e le loro applicazioni”.