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Composti organici volatici indoor: i settori dove devono essere controllati

Scritto da Cindy Vargas | 27-mar-2020 11.31.41

Quando si parla di composti organici volatili indoor si fa riferimento a particolari agenti inquinanti dell’aria. Questi possono trovarsi sia in forma di vapore che liquida, solitamente a base di carbonio e caratterizzati da un’elevata volatilità, fattore che ne facilita la dispersione nell’ambiente con conseguente rischio per gli operatori che vi lavorano.

I composti organici volatili, noti anche con la sigla COV, oppure VOC dall’inglese Volatile Organic Compounds, includono:

  • Idrocarburi alifatici, per esempio il metano
  • Idrocarburi aromatici, come il benzene
  • Alcoli, tra cui i più noti sono etanolo, propanolo, butanolo e i relativi derivati
  • Chetoni
  • Esteri
  • Aldeidi, in particolare la formaldeide
  • Idrocarburi alogenati, per esempio il cloroformio

 

Composti organici volatili più comuni e sorgenti indoor

Classi di composti

Principali sostanze

Principali fonti indoor

Idrocarburi alifatici

Propano

Butano

Esano

Limonene

Combustibili, detersivi, propellenti ad aerosol, refrigeranti, basi di profumi, aromatizzanti

Idrocarburi alogenati

Cloroformio

Cloruro di metilene

Pentaclorofenolo

Propellenti ad aerosol, pesticidi, refrigeranti, sgrassatori

Idrocarburi aromatici

Benzene

Toluene

Xilene

Vernici, pitture, colle, smalti, lacche, detersivi

Alcoli

Alcool etilico

Alcool metilico

Detersivi per finestre, vernici, diluenti, adesivi, cosmetici

Aldeidi

Formaldeide

Acetaldeide

Fungicidi, isolanti, germicidi, resine, disinfettanti, arredi a base di truciolato

 

Questi composti organici volatili ove impiegati indoor, possono provocare una serie di reazioni immediate all’essere umano, come per esempio irritazione a occhi, naso e gola, emicrania, nausea, vertigini e asma, ma non sono da sottovalutare anche gli effetti a lungo termine legati a una protratta esposizione agli stessi. Tra i rischi più grossi troviamo infatti danni ai reni, al fegato, al sistema nervoso centrale e ad alcune forme di cancro.

 

Quali sono i settori in cui vengono impiegati i COV?

L’impiego di composti organici volatili indoor non è limitato a pochi settori, bensì l’utilizzo degli stessi potrebbe essere ben più diffuso di quanto si possa pensare.

I COV possono essere emessi da:

  • Pitture, vernici e prodotti similari
  • Prodotti per il trattamento della carrozzeria
  • Collanti e adesivi per mobili e accessori
  • Prodotti per la pulizia
  • Deodoranti per l’ambiente e candele
  • Prodotti per le auto
  • Pesticidi, insetticidi e disinfettanti
  • Cosmetici
  • Tessuti che necessitano di particolari lavorazioni
  • Fumo
  • Materiali da costruzione
  • Stampanti e fotocopiatrici.

 

Alla luce pertanto di quanto sopra descritto è possibile andare a stilare una sorta di elenco dei settori, sia artigianali che industriali, coinvolti dalla normativa per il monitoraggio e la gestione dei composti organici volatili che evidenziamo qui di seguito:

  • Stampa di quotidiani, rotocalchi, libri, volantini
  • Verniciatura di auto e mezzi di trasporto
  • Verniciature di metalli, articoli in plastica e legno
  • Lavaggi di superfici
  • Impregnazione del legno
  • Stratificazione di plastica e legno
  • Rivestimenti in cuoio per calzature, pelletteria e arredamenti
  • Produzione di calzature
  • Rivestimenti adesivi
  • Produzione di inchiostri, adesivi, vernici e similari
  • Conversione della gomma
  • Estrazione di oli vegetali
  • Fabbricazione di prodotti farmaceutici
  • Pulizie a secco.

In funzione inoltre del singolo settore possono variare i limiti legati all’emissione di composti organici volatili indoor, così come quelli consentiti. Gli stessi dovranno essere tassativamente rispettati con l’impiego di appositi impianti destinati alla filtrazione, in caso contrario infatti si potrebbe essere soggetti a sanzioni di diversa entità.