Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse verso l’inquinamento negli ambienti lavorativi, in particolare per la presenza di polveri disperse e sostanze inquinanti, e per i rischi connessi a un’esposizione prolungata sulla salute.
Se da un lato vengono adottate misure per limitare la diffusione di agenti inquinanti all’esterno, è importante ricordare che esistono normative industriali che stabiliscono limiti massimi di inquinanti nell’ambiente interno, a tutela della salute di chi opera quotidianamente in questi contesti e per ridurre le emissioni nell’ambiente esterno.
Che si tratti di fumi, polveri o sostanze oleose, respirare aria contaminata durante l’orario lavorativo può compromettere non solo la produttività delle persone, ma anche provocare danni significativi alla salute.
Sintomi, rischi e conseguenze per la salute
L’esposizione ad aria viziata e poco salubre può influire negativamente sul comfort ambientale e sulla qualità dell’aria negli ambienti di lavoro. Tra i principali effetti immediati si riscontrano:
Cattivi odori e aria pesante
Disagi sensoriali
Irritazioni delle mucose
Tosse, secchezza delle fauci e arrossamento degli occhi
Mal di testa, nausea e vertigini
Questi sintomi, oltre a ridurre la produttività dei lavoratori, possono anche influire sullo stato degli impianti: la polvere accumulata può provocare guasti più frequenti e un’usura precoce delle apparecchiature.
L’esposizione prolungata e continuativa ad aria contaminata comporta rischi ancora più gravi, come lo sviluppo di asma e, nei casi più seri, la comparsa di tumori dell’apparato respiratorio.
Per questi motivi è fondamentale progettare e installare impianti di filtrazione dell’aria adeguati, in grado di garantire ambienti di lavoro salubri e sicuri.
Proteggere la qualità dell’aria negli ambienti lavorativi significa salvaguardare la salute dei lavoratori e migliorare le performance degli impianti. Scarica il documento completo con l’elenco dei principali inquinanti industriali e i loro effetti su ambiente e salute dei lavoratori.